Giorno 253-266: La Bolivia è sempre una gioia per gli occhi e per lo spirito

 Siamo a 20 stati tondi tondi! Contando l'Italia sarebbero 21 ma Yuri dice che non vale e quindi se il capo dice che sono 20 allora sono 20!

LA PAZ, UNA DELLE CITTÀ PIÙ ALTE DEL MONDO 

La Paz! È veramente una città assurda. È la mia seconda visita qui (la prima 5 anni fa) e nonostante questo le emozioni rimangono le stesse! Ha tutta una serie di peculiarità che la rendono unica. Innanzitutto l'altitudine, arriva a più di 4000 metri! Noi ormai bazzichiamo i 3-4 mila metri da qualche settimana (infatti il Perù non scherza con le altezze) ma nonostante questo appena arrivati abbiamo comunque sentito un po' i tipici sintomi del mal di montagna, affaticamento e un pizzico di mal di testa. Mentre scrivo questa cosa siamo a un'altezza "normale" e stiamo giusto discutendo di quanto si stia bene con il giusto livello di ossigeno! Quando si viaggia così si nota molto la mancanza di tutte le cose che normalmente diamo per scontate come ad esempio elettricità stabile o acqua calda, ma addirittura l'ossigeno non credevamo saremmo arrivati a rimpiangerlo! Ovviamente chi è nato qui non ha di questi problemi e siamo rimasti un po' stupiti dal fatto che dopo settimane in alto ancora abbiamo sintomi se saliamo di qualche centinaio di metri di troppo.

Stavo dicendo, l'altitudine sicuramente rende La Paz molto particolare, ma secondo me è il panorama la cosa più caratterizzante. La città è costruita in una valle circondata da montagne con ogni spazio ricoperto da costruzioni che si arrampicano fino alle cime come una specie di enorme formicaio che ricopre tutto. La maggior parte delle costruzioni appare rossastra perché è tutto fatto con i classici foratini rossi lasciati così come sono, senza ricoprirli. Questo mix rende la vista dall'alto veramente incredibile! Tra parentesi abbiamo chiesto e qualcuno ci ha detto che se non fai rivestimenti esterni sui foratini non paghi tasse ma boh, mi sembra un po' strano. Qui hanno il superbonus al contrario! Dicevo, la vista è assurda e intorno alla città c'è una rete di funivie che gira tutto intorno passando sulle alture circostanti che permette di goderne da tutti i lati e le altezze! La prima cosa che abbiamo fatto è stata infatti salire e fare tutto il giro come fosse una giostra, con tanto di pranzetto nel punto più alto, 4095 metri. A chiunque visiti La Paz questa è sicuramente una cosa che raccomandiamo di fare! 




La città in sé di fatto non ha moltissimi punti di interesse. Particolare la piazza principale con la chiesa e una miriade di bancarelle di tutti i tipi oppure il cosiddetto mercato delle streghe, una via dove vendono souvenir e oggetti tradizionali come feti di lama imbalsamati (non vi dico che odorino) da sotterrare per buon auspicio nelle fondamenta di una nuova casa in costruzione. All'epoca mi imbattei in una statua di fronte a un teatro che mi colpì molto ed eccola ancora qui a fare la figa! Insomma al di là di qualche dettaglio non ci sono cose proprio memorabili. 



Il fatto più notevole è che, un po' come Cusco, nei dintorni c'è il mondo da fare. Abbiamo fatto lo stesso "errore" che feci ai tempi, ovvero pensare di stare giusto un paio di giorni e finire per starci più di una settimana! C'è un'infinità di gite fuori porta che potrebbero tenerci occupati per settimane senza problemi. In particolare dal punto di vista naturalistico la Bolivia è probabilmente lo stato più bello del mondo (con il Perù che la insegue a brevissima distanza!), il paradiso dei trekking, il sogno degli amanti dei panorami montuosi. Le Ande, per qualche ragione geologica che una persona studiata potrebbe spiegare, quindi non io, sono in molte zone ricche di sedimenti minerali che vanno a creare colori e sfumature che semplicemente da noi non esistono nemmeno di sfuggita. Unendo questo al fatto che moltissime cime superano facilmente i 5000 metri otteniamo dei panorami fuori da questo mondo. 

La cosa poi che mette una ciliegina sul tutto è che questa parte di globo non presenta un'umidità sospesa costantemente in aria come la nostra, il risultato è che le viste sono sempre stranamente nette e nitide, quasi eteree, dei quadri iperrealisti. Praticamente ogni foto sarebbe da appendere in salotto! Ricordo bene come ebbi questa impressione la prima volta e come l'abbiamo avuta ora di nuovo, fin dal Perù.

Facciamo dunque molte camminate e trek in zona tra lagune multicolori e adorabili Lama (che sono la ciliegina sulla ciliegina!). Queste foto qui sotto non sono modificate in nessun modo, è semplicemente la Bolivia!





Essendo poi in una parte di mondo dove l'attenzione alla sicurezza è un pelino meno sentita rispetto a noi è possibile fare esperienze un pochino oltre il limite. In particolare c'è la possibilità di fare due giorni di trek per arrivare in cima al Huayna Potosi, una cima alta precisamente 6088 metri. Un trek oltre i 6000 inizia a essere già una roba! In condizioni normali non è qualcosa che dovrebbe essere permesso a principianti dell'alta montagna ma qui basta pagare (anche poco poi, meno di 50€ al giorno), ti mettono un casco in testa e ti dicono vai! Decido allora di farlo (Yuri, in qualità di non amante del freddo mi dice "bello tutto ma ci vediamo domani!"). La pubblicità è sicuramente ingannevole, te la vendono come una passeggiatina senza particolari problemi, ti danno anche la guida personale, che problema ci sarà mai?

TREK AI 6000!

Il primo giorno si parte con un paio d'ore dai 4800 ai 5200. E qui mi ricordo che camminare oltre i 5000 non è bello per niente! Dopo 10 minuti ho già il fiatone, tra l'altro lo zaino pesa un quintale per via di tutta l'attrezzatura da utilizzare dopo. Iniziamo quindi con due ore dure che sarebbero dovute essere solo l'avvicinamento al rifugio dal quale iniziare la salita vera e propria. E pensare che sono settimane che tocchiamo i 4000 ma niente, il fiato non c'è! Tra l'altro becco una coppia che è volata a La Paz dal mare la mattina stessa e ora stanno facendo il trek direttamente, con zero acclimatazione, sono completamente pazzi. Spoiler, non li ho più beccati, chissà se sono ancora lassù!

Arrivo al rifugio morto senza fiato. È una sensazione strana perché i muscoli non fanno male, alla fine la salita non è poi così ostica, è proprio mancanza di benzina!

Il piano è stare qui il pomeriggio, cenare e dormire dalle 18 fino a mezzanotte, orario di partenza per affrontare il restante dislivello. Perché di notte? Tutta la strada è su un ghiacciaio perenne e di giorno la neve non sarebbe abbastanza solida da rendere la camminata agevole (anche se agevole non è proprio la parola giusta), inoltre il sole picchia forte e con tutto il bianco praticamente si viene fritti in padella! Insomma provo a dormire ma tra il mal di testa dovuto all'altezza e un tizio nel letto vicino che parla da solo non ho particolarmente successo!

Finalmente arriva la mezzanotte e iniziamo a prepararci. Indosso tre pantaloni, quattro giacche, casco e scarponi con i ramponi. La mia guida è un ragazzo locale che mi spiega come mediamente ci metteremo 6 ore ad arrivare in cima. Inoltre mi racconta che detiene il record per la più veloce salita e che partendo dal basso in totale ci mette un'ora e quaranta. Lo guardo male perché penso mi stia prendendo in giro ma no, è vero! Disumano! Insomma, aggancia una fune alle nostre imbracature e attrezzati di tutto punto partiamo!

La montagna di notte è esoterica! Illuminata dalla luna vedo una cima alta davanti a me ma naturalmente non è quella l'obiettivo, ci mancherebbe che sia così vicina. La salita è subito dura, è la mia prima esperienza così in alto e mi rendo subito conto che le dinamiche di sforzo mi sono completamente nuove. Farsi mancare il fiato è un attimo e quindi capisco subito che i passi devono essere piccoli e lenti, i respiri profondi per tirare dentro quel poco ossigeno che c'è nell'aria. Spesso sono costretto a fermarmi per prendere fiato nonostante queste accortezze. In tutto questo è frescolino! È importante l'idratazione ma l'acqua è quasi ghiacciata ed è difficile da bere. In una delle poche ascensioni oltre i 5000 che ho fatto in passato ho imparato l'importanza di avere cibo zuccheroso per recuperare un po' di energia velocemente ma le merendine ipercaloriche che mi sono portato si sono congelate quasi subito e sono quasi immangiabili. Per fortuna che doveva essere una passeggiatina!

Le ore passano lente. È tutto buio e solo la luce della lampadina permette di vedere bene dove metti i piedi. Il sentiero è ben tracciato perché la gente ci passa tutti i giorni ma intorno è pieno di crepacci quindi meglio stare attenti! Raggiunta la cima di quello che si vedeva all'inizio ovviamente compare una cresta ancora più alta da raggiungere (spoiler, non è l'ultima!). A un certo punto la guida mi dice di prendere la piccozza in dotazione, sembra che la passeggiatina stia per passare su un muro quasi verticale che va letteralmente scalato. La fatica è immane (per me, la guida fa la scalata fischiettando) e arrivati su penso che nonostante sia a pezzi è una figata incredibile (che sia una forma di masochismo?). Secondo la guida non possiamo fermarci troppo e ripartiamo, ma che faticata è stato quel pezzo!

Più saliamo e più il fiatone aumenta, anche se cammino come una lumaca. Passiamo la cresta e poi un'altra e finalmente ci troviamo davanti alla cima vera! Così vicina eppure così lontana, come si suol dire. Scopro con disperazione che l'ultimo tratto è lungo e ripido e va affrontato di nuovo con la piccozza. Mi sono sempre considerato uno sportivo che non ha paura degli sforzi fisici ma questa ultima parte è stata psicologicamente e fisicamente la cosa più dura che abbia fatto in vita mia. Certo, sono tipo 9 mesi che praticamente non ci alleniamo e questo non credo aiuti! Però veramente, mamma mia che faticata pazzesca. Prego più volte la guida di fare pause per riprendere fiato "ma no, dai che siamo vicini, dai che arriviamo su prima dell'alba!" In qualche modo, passettino dopo passettino, una piccozzata dopo l'altra, eccoci, la cima si avvicina! A un certo punto non riesco più a piantare la piccozza perché i muscoli vogliono ossigeno ma non ce n'è. In tutto questo la guida sta tipo salendo saltellando mentre legge un giornale con una tazza di caffè in mano. Infine eccoci! Raggiungiamo lo spiazzo in cima alla montagna proprio mentre il sole sorge, un'esplosione di colori sgargianti dopo ore di buio e penombra. La vista è pazzesca, fuori dal mondo! Dentro di me ha un valore immenso per via dello sforzo mai affrontato prima che ho fatto per raggiungerla. Mi commuovo. Il sole fa completamente capolino dall'orizzonte regalandomi una vista che non dimenticherò mai. Nel frattempo la guida sta tipo saltando la corda con un piede solo mentre suona il flauto traverso, dal suo punto di vista ha finalmente finito il preriscaldamento, pronto ad iniziare l'allenamento vero!

Rimaniamo lassù solo 15 minuti, fa un freddo cane perché siamo esposti al vento, inoltre non possiamo attardarci perché con il sole ci sono i problemi che dicevo prima. Iniziamo a scendere e l'emozione di poco prima diventa un po' una fugace visione, un sogno effimero, qualcosa che sai aver provato ma ora ti sei svegliato e non sai più se è tutto vero o te lo sei solo immaginato. Invece la guida quel mese era tipo la dodicesima volta che faceva l'ascensione, che mostro!

La discesa dura solo due ore ma è stata un'altra sofferenza pura. Non ho più energie, la benza è finita, come quando nei cartoni sei nel deserto e rovesci la bottiglia vuota sperando che esca almeno una goccia e invece esce quell'onomatopea strana per sottolineare quanto sia vuota la bottiglia, ecco quello sono io adesso! La guida mi sprona e tiene la fune come se stesse portando in giro un somaro che non vuole muoversi. Glielo dico, ride. 'tacci suoi. Ora che c'è la luce noto particolari nuovi. Qua e là intorno al sentiero ci sono tipo dei buchi larghi qualche centimetro, ci guardo dentro e sono così profondi che non ne vedo la fine, con il colore che sfuma in quel tipico blu del ghiaccio di alta montagna. Bellissimo ma meglio stare doppiamente attenti ora! Arrivati al pezzo verticale incontrato all'inizio la guida mi cala giù con la fune, subito dopo scende come nemmeno uno scoiattolo potrebbe fare, pazzesco! A un certo punto mi cade una bottiglia d'acqua dallo zaino e la vediamo scendere a valle in maniera abbastanza comica, driftando verso l'infinito. A mai più rivederci, mi agua!

Arriviamo al rifugio dove mi bevo un litro di tè di foglie di coca, sperando di avere un effetto placebo che mi permetta di affrontare la discesa con lo zaino sulle spalle! Dopo un'altra ora e mezza arriviamo finalmente in fondo. Le forze mi hanno abbandonato da ore e non so proprio come abbia fatto a continuare a camminare ma ce l'ho fatta, non ci posso credere! È stata la prova fisica più dura della mia vita. Alla base incontriamo un vecchietto che sta per portare in spalla al rifugio una bombola di gas da 25kg. La guida mi racconta che per costruire il rifugio hanno portato su i materiali in spalla, in un giorno ha fatto il tragitto 8 volte. Non so se provo più ammirazione o stanchezza. Ma d'altronde ha 25 anni, la gioventù!

Questa parte della montagna mi è venuta lunghissima, ormai a questo punto sarà rimasta solo mia madre a leggere. Pronto mamma ci sei? Bene, andiamo avanti!







TANTE ALTRE COSE DA FARE A LA PAZ

Stavamo dicendo delle cose da fare a La Paz! Finita la parte trekkosa (ne abbiamo fatti alcuni e ce n'erano molti altri da fare!) iniziamo con altro! Vediamo uno spettacolo di wrestling tra donne vestite con abiti tradizionali, le Cholitas, divertentissimo!

Facciamo la mitica Death Road che la scorsa volta non avevo avuto tempo di fare! Ti portano a 4800 metri e si scende per 50km con una mountain bike in una stradaccia di montagna fino ai 1500 metri, esperienza assolutamente unica!




A un certo punto decidiamo che forse è il caso di muoversi altrimenti a maggio siamo ancora a La Paz! Siamo stati alla grande e sono sicuro che non sarà la nostra ultima volta qui. Ma ora si guarda avanti! 

SUCRE E POTOSI

Ci dirigiamo verso sud e facciamo due tappe. La prima è Sucre, capitale ufficiale della Bolivia. Città con stile coloniale molto carina, becchiamo un po' per sbaglio grazie a Google Maps un altro luogo unico. Proprio fuori città c'è un parco archeologico cretacico che ospita una enorme parete sulla quale sono impresse moltissime impronte di dinosauri! Abbiamo poi scoperto essere il sito di questo tipo più importante del mondo, ogni tanto capita di vedere queste immagini qua e là su internet e le più importanti vengono da qui! Insomma, pochi luoghi unici in Bolivia!




La tappa successiva è Potosi, famosa per la presenza della miniera d'argento di Cerro Rico, la più importante del mondo ai tempi della colonizzazione spagnola, oggi ormai sfruttata quasi interamente. È possibile visitare questa miniera guidati da minatori del luogo, il tour è molto toccante. Attrezzati a dovere con tuta e caschi veniamo portati dentro i cunicoli dove ancora oggi vari metalli vengono estratti in maniera assolutamente antidiluviana: tutto a mano, scavando un po' a caso e basandosi sull'esperienza individuale. Quando chiediamo se ci siano degli studi per capire se ci sono potenziali nuove vene ci viene risposto che le cooperative non vogliono spendere soldi per un controllo e che quindi è meglio continuare ad andare ad occhio. Ok. 

Prima di entrare si passa al mercato dei minatori dove comprare cose utili da regalare a chi sta lavorando, soprattutto attrezzi da lavoro, bevande, cibo, foglie di coca. Ogni volta che si becca qualcuno nei cunicoli gli regaliamo qualcosa, è un modo per supportare un pochino le loro spese. Ci viene spiegato che le foglie di coca sono fondamentali per resistere alle durissime condizioni fisiche a cui i minatori sono sottoposti. È usanza molto diffusa mettersi in bocca decine di foglie e tenerle nella guancia, in modo che rilascino il principio attivo che permette di non sentire sonno e fatica. Ovviamente tutto questo non fa bene al corpo, l'aspettativa di vita di un minatore qui è solo di 60 anni. Tra le altre usanze assurde la guida ci spiega che a fine giornata si beve un bicchiere di alcool puro per festeggiare la fine del turno, altra cosa che evidentemente fa molto bene al corpo!

Insomma è stata una visita tosta e molto istruttiva. Da una parte si può toccare con mano le disastrose condizioni di lavoro in questo tipo di ambienti, purtroppo fondamentali per l'estrazione di tutti quei materiali importanti per la nostra società, banalmente per produrre gli smartphone, ad esempio. Si tende a ignorare questo tipo di realtà perché sono lontane da noi ma le condizioni orribili di vita qui sono le fondamenta del nostro stile di vita. È un'esperienza che tutti dovrebbero fare per essere perlomeno consapevoli del costo che viene pagato da altri per farci usufruire dei nostri sfarzi.

Lasciamo Potosi con l'amaro in bocca. La nostra guida continua a fare a tempo pieno il minatore e infatti dopo la mattina di tour il pomeriggio torna a spicconare, povero cristo. C'è chi non apprezza questo tipo di turismo e da una parte capiamo, dall'altra però è importante toccare con mano la situazione per la piena comprensione. Inoltre qualche soldo in più in tasca ai minatori aiuta, anche se solo in maniera ridotta.





IL SALAR DE UYUNI!

Check mamma, prova prova ci sei? Ottimo! 

Arriviamo alla parte più nota e famosa della Bolivia, la prima meraviglia del mondo in questo stato! Sto parlando del Salar de Uyuni, la più grande distesa salina del mondo! Centinania di chilometri quadrati che si stendono fino all'orizzonte, uno strato di sale profondo fino a più di 100 metri, è come se fosse un panorama di un altro pianeta! Quando venni qui la prima volta era completamente secco e la sua bellezza mi colpì incredibilmente. In questo periodo c'è invece l'opportunità di vedere un panorama ancora più alieno perché siamo verso la fine della stagione delle piogge e quindi la maggior parte del deserto è ricoperta d'acqua, creando il famoso effetto specchio! Praticamente tutto il viaggio è stato impostato per essere qui in questo periodo e ci siamo riusciti, forse un pelo dopo di quanto ci aspettavamo! È un effetto unico perché al contrario di un lago l'acqua è alta solo pochi centimetri, quel tanto che basta a far intravedere il terreno bianco sotto. È proprio questo mix particolare a creare l'effetto di riflesso.

Facciamo un tour di tre giorni. Il primo giorno è tutto dedicato al Salar! Attrezzati di stivaloni di gomma si può stare ore a camminare in acqua e fare foto dall'alba al tramonto. La vista è completamente fuori di testa e le foto sono una figata! Essendo tutto piatto fino a dove l'occhio arriva l'acqua si fonde con l'orizzonte creando questo paradisiaco effetto di unità tra terra e cielo. Il tramonto con tutti i suoi colori è la fine del mondo. La guida tira fuori dalla macchina un tavolino con le sedie che mette in acqua e così sorseggiamo vino rosso ammirando il tramonto. Ma chi ci ammazza??

I seguenti due giorni sono dedicati a girare la zona circostante, ricca di montagne e lagune multicolori, viste assolutamente aliene al resto del mondo, con una diversità di panorami che ci si chiede come sia possibile che siamo tutti riuniti qui nel giro di poche decine di chilometri. Così come rimasi incantato la prima volta, anche in questo caso siamo rimasti entusiasti. La Bolivia, che roba! Allucinante. Incredibile. Inserire lista aggettivi di incredulità. Semplicemente il top del top!















TOC TOC C'È NESSUNO?

Decisamente troppo lungo questo post! Mamma? Ehi? Niente, siamo soli! Ma ok, ci sta. La Bolivia ci ha incantato completamente. Forse batte veramente il Perù che comunque è stupendo. Tra l'altro l'abbiamo percepita molto sicura, evidentemente negli anni le cose sono migliorate molto, non ricordavo questa tranquillità di girare dove vogliamo all'ora che vogliamo. In generale poco costosa, considerando la quantità di cose stupende da fare e vedere, è veramente l'apice spettacolare di un Viaggio incredibile.

Da qui in poi di cose veramente uniche ne rimangono poche. Il Viaggio sta volgendo al termine, è quasi ora di tornare! Attraverseremo alcuni stati praticamente semisconosciuti ai più (compresi noi) quindi chissà, potremmo ancora rimanere sorpresi, vediamo! Per il momento abbiamo deciso di scendere in Argentina, attraversarla brevemente ed entrare in Paraguay. Chi avesse sottomano una cartina si sarà accorto che Bolivia e Paraguay sono confinanti ma l'unico modo che abbiamo individuato per arrivare ad Asuncion, la capitale del Paraguay, è raggiungere Santa Cruz in Bolivia (non esattamente vicina a dove stiamo) e prendere uno sgangherato bus da 24 ore. No grazie! Andiamo quindi a dividere la discesa in più parti e dare un'occhiata al nord dell'Argentina, che male non può fare 

Che altro fare se non ringraziare la Bolivia? Sono sicuro che ci rivedremo!





Commenti

  1. Un’ottima guida,che oltre a scalare egregiamente deve essere un notevole polistrumentista. Molto bella la parte montagna.bjorn ha apprezzato

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  2. Wow, che racconto ...ero anch'io senza fiato , mi hai portato lassù...certo io senza fatica, ma hai reso esattamente l'idea del viaggio in vetta..poi la bottiglia d'acqua lho vista precipitare giù...credo che questo racconto sia il più carico di emozioni! Grande tour! Erina

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  3. Ci sono, ci sono
    Fino alla fine del racconto con molto piacere
    Meno male che e'passato tutto e sei tutto intero 😘

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