Giorno 206-219: Ciao Asia! Veloce scalo a Los Angeles, benvenuti in Sud America, benvenuti in Colombia!

 Asia ufficialmente finita! È stata un'avventura stupenda e ci torneremo sicuramente, abbiamo mancato qualche posto e altri meritano ancora più approfondimento. Giudizio finale? Nonostante la sua diversità, dall'Asia centrale a quella indiana al Sud Est Asiatico, una cosa comune è la sicurezza, come dico sempre saremmo potuti andare in giro a saltellare nudi pieni di rolex e nessuno ci avrebbe detto niente! Anche i costi si sono mantenuti sempre molto bassi (a eccezione del Giappone, ovviamente), questo mix fa di questa parte di mondo la più facile e rilassante da girare! Allo stesso tempo un po' ovunque sono ben attrezzati ad accogliere backpackers, quindi dove vai vai ci sono good vibes!

Tempo di uscire di nuovo dalla nostra comfort zone e cambiare tutto, non sia mai che ci abituiamo troppo a qualcosa! Stiamo puntando alla Colombia ed il tragitto più economico, comodissime 39 (e purtroppo non 32 come pensavamo in precedenza) ore totali ci fa passare da Los Angeles, la città del cinema! Qui abbiamo un bello scalo di 12 ore da mattina a sera, perfetto per una passeggiatina! 

Tra l'altro oltrepassiamo la linea di cambio data decollando alle 14 della giornata e atterrando alle 8 del mattino dello stesso giorno! Ottimo per eventualmente festeggiare il capodanno due volte, per chi volesse.

UN GIRETTO A LOS ANGELES 

Fare scalo negli States venendo da fuori è sempre odioso. Che si esca dall'aeroporto o no bisogna necessariamente riprendere i bagagli e fare i controlli doganali, i quali solitamente consistono in 2-3 ore di coda per farsi dare un'occhiata veloce al passaporto, rendendo di fatto uno scalo di 3 ore in una citta USA a rischio di perdita coincidenza. Ma d'altronde se metti 3 disgraziati a controllare il passaporto di un milione di persone questo ottieni. In questo caso non avevamo fretta ma ad esempio due anni fa, andando in Messico, per non pagare una fortuna abbiamo accettato uno scalo in Texas di un'ora e mezza e per farcela abbiamo clamorosamente e senza dignità saltato centinaia di persone bofonchiando parole a caso e aspettando che i controllori della fila ci voltassero le spalle mentre tagliavamo spudoratamente la fila. Ce l'abbiamo fatta per il rotto della cuffia ma mai più!

Recuperiamo i nostri zaini che dobbiamo portarci dietro perché in un aeroporto con 86 edifici non riusciamo a trovare un posto dove lasciare i bagagli e saltiamo sulla metro, abbastanza vicina all'aeroporto, per fare due passi nella famosa Walk of Fame, la "via con le stelle", per controllare se per caso ne hanno già aggiunta una con scritto Compulsive Backpackers. Insomma saliamo sulla metro per fare circa un'ora e mezza di viaggio tutti tranquilli, dopotutto siamo negli States, nello stato più progressista, nella città più famosa! Tra l'altro ci ritorno dopo 10 anni, chissà quanto sarà cambiata, mi chiedo! Ecco, subito l'amara verità è evidente. Non so se vi capita di leggere riguardo il degrado e la povertà che nel post covid si sono abbattuti sugli USA ma bastano 10 minuti di metro per capirlo. Una roba inconcepibile, sembra scoppiata una bomba, un paesaggio post apocalittico quasi. L'unico posto in tutto il viaggio dove ci siamo sentiti poco al sicuro, in pieno giorno! Abbiamo poi letto che orde di barboni sono comparsi negli ultimi anni e che non siamo nemmeno stati nella zona peggiore della città che già all'epoca mi era stato raccomandato di evitare, cosa dovrà essere ora? In ogni caso, tenendo gli occhi bene aperti e sperando che nessuno ci tirasse una bottiglia in testa, arriviamo in una nelle zone più famose del mondo che purtroppo non si mostra molto meglio della metro, incredibile. Passeggiamo un po' cercando i personaggi che contano tra le stelle tipo Lassie e Godzilla e dopo un paio d'ore decidiamo di andarcene, il tempo fa schifo e l'atmosfera pure. Piove, rinunciamo anche ad andare a Venice Beach, peccato. Evitiamo coltellate anche al ritorno e aspettiamo il tempo rimanente al gate, povera LA! Da qui in poi per indicare luoghi degradati abbiamo iniziato a dire che "fuori c'è Los Angeles" sostituendo il fin'ora imbattuto "fuori c'è l'india", non avremmo mai scommesso potesse passare al secondo posto!





ARRIVO IN COLOMBIA, MEDELLIN!

Arriviamo belli rincojoniti a Medellin, senza neppure capire se e quanto Jet Lag avere. Non dormiamo da due giorni e abbiamo mangiato a casaccio tra aeroporti e scali, praticamente non sappiamo più nemmeno il mese corrente. La prima giornata la passiamo morti nel letto a recuperare un ritmo circadiano gestibile e finalmente dopo un'enorme dormita siamo pronti a focalizzarci sulla nuova meta!

Inizialmente siamo atterrati a Medellin perché avevamo fatto due calcoli per incastrare le varie mete in maniera furba e poter procedere verso l'Ecuador via terra. Naturalmente il presidente dell'Ecuador ha ben pensato di imporre uno stato di emergenza per problematiche con la narcomafia (sempre che sia una parola vera) poco dopo l'acquisto del biglietto mandando all'aria i nostri piani costringendoci a cambiare un po' tutto, vabe non che sia una novità, è la terza volta che dobbiamo cambiare piano per problematiche ai confini. La prima tra Georgia e Azerbaijan, poi tra Kyrgyzstan e Tagikistan e ora tra Ecuador e a Colombia. Poco male, l'unica cosa davvero negativa è che dobbiamo affrontare la spesa imprevista di un volo per il Perù che ci è costato un botto, tacci loro.

Dicevamo, Medellin! Tristemente nota per l'amico Pablo Escobar e per il narcotraffico in generale, è il nostro primo impatto con la Colombia. Ora, viaggiare in Sud America è un pochino più seccante perché bisogna prestare attenzione a tutta una serie di cose, a differenza dell'Asia. La cosa più ovvia è che bisogna sapere quali quartieri evitare, ma anche quali mezzi prendere e dove non debbano passare, senza contare che di notte è meglio non uscire a meno di non essere in zone iper turistiche. Tutte queste informazioni vanno chieste in giro negli ostelli, ai taxisti eccetera perché se leggi la Farnesina non potresti mettere piede fuori Europa senza essere sparato subito e i blog sono molto soggettivi. Se si seguono quindi queste precauzioni di buon senso non ci saranno particolari problemi a meno di una sfiga gigante, come ovunque d'altronde.

Nello specifico ad esempio a Medellin ci hanno ripetuto più volte di non tenere troppo il telefono in mano perché è comune che qualcuno passi in motorino e lo prenda al volo. Niente video con il treppiede appoggiato lontano da noi, qui! Alcune zone erano off-limits e quindi non ci siamo andati ma solitamente queste zone sono residenziali e non c'è niente in ogni caso. Insomma con queste raccomandazioni in testa passiamo dei giorni molto tranquilli visitando tutto quello che ci interessava compresa la famigerata Comuna 13, fino a 10 anni fa una delle zone più pericolose in assoluto e ora rivalutata completamente grazie soprattutto ai Free Walking Tour fatti dai locali, un'esperienza interessantissima. 

Stiamo 5 giorni in zona. Per chi sia appassionato di arte ci sono molte statue cicciottelle di Botero in giro. Inoltre abbiamo passeggiato in un bellissimo parco botanico, con iguane e pappagalloni! Un'attività carina da fare in giornata è la visita alla cittadina di Guatapé, coloratissima, piena di murales, e alla Piedra El Peñol, una strana montagnola dalla quale apprezzare un ancora più strano panorama lacustre. 










LA COSTA CARAIBICA! CARTAGENA E SANTA MARTA

I giorni passano veloci e iniziamo a pensare alla prossima destinazione. Decidiamo di andare verso la costa nel nord, verso il famoso mar dei Caraibi! Prendiamo il millesimo bus notturno che si è rivelato tra i più comodi del viaggio, nonché tra i più costosi. Tutta l'area è disseminata di cittadine con stile coloniale con centro storico carinissimo, perfette per passeggiare e per fare i free walking tour che raccontano la storia locale che mediamente è la stessa: gli spagnoli arrivano, sterminano gli indigeni e fondano la città, difesa in seguito da varie invasioni di pirati e quindi con nascita di eroi locali che vincono determinate battaglie. Insomma gli europei arrivano, fanno casino, stabilizzano la zona, si difendono da altri europei che vogliono fare altro casino. Alla fine i locali cacciano lo stesso governo europeo che ha dato loro le origini ed eccoci qui!

Iniziamo con la città di Cartagena con il suo carinissimo centro storico tra le mura per proseguire con Santa Marta, dalla quale visitiamo il parco di Tayrona, dove facciamo l'ultimo snorkeling e beach time del viaggio (probabilmente) e la città di Minca dove vediamo una piantagione di cacao e proviamo il sapore del cacao appena colto e non lavorato, buonissimo e diverso sa quello che crediamo essere cacao.

Rimaniamo nell'area una settimanella ma la nostra compulsività ci chiama! Saltiamo su un aereo preso all'ultimo minuto, incredibilmente qui gli aerei interni spesso costano meno degli autobus notturni!







ANDIAMO IN SALENTO!

Atterriamo nella città di Armenia dove prendiamo un bus per Salento (sì, rubare i nomi va di moda) ed arriviamo in una delle località più battute della Colombia! Quest'area è verdissima e ci sono molte piantagioni di caffè ma soprattutto il Parco Cocora, sede delle palme più alte del mondo le quali possono arrivare fino a 60 metri di altezza! Panorama stranissimo mai visto prima, uno dei trekking più fighi che abbiamo fatto ultimamente senza dubbio.

A chiudere la nostra permanenza qui, visitiamo una delle piantagioni di caffè dove il proprietario ci "delizia" con ore di racconto sui tipi di caffè e sulla produzione, ci siamo resi conto che del caffè non sapevamo assolutamente nulla, ora grazie a lui sappiamo fin troppo!

Prossima tappa sarà Cali, la chiamano la città della salsa, chissà se ci ricordiamo qualcosa di come si balla! Lo scopriremo a breve!








CONSIDERAZIONI

Impatto per fortuna positivo. Come ho scritto, seguendo qualche piccola precauzione si può viaggiare tranquillamente. Qualche considerazione:

- C'è del degrado in giro, forse più che in molti altri posti visitati, ma non si direbbe mai che ci sono i problemi di cui si sente sempre. Molte persone ci hanno detto che in molte zone c'è un patto non scritto tra governo e, diciamo, "altre entità" sul lasciare in pace i turisti che ovviamente portano soldi a tutti, non solo allo stato. Vero o no, nessuno ci ha mai infastidito e speriamo continui così!

- Il costo della vita è abbastanza basso nonostante forse sia un po' più alto di quello asiatico, ma ancora assolutamente gestibile. 

- Qui finalmente siamo in grado di comunicare con i locali, è sempre interessante parlare con chi vive nelle zone che si visitano! L'inglese praticamente non esiste ma con lo spagnolo in qualche modo ci arrangiamo e speriamo di migliorare con il passare delle settimane!

- Una cosa che ci ha stupiti della Colombia (e siamo solo all'inizio) è la diversità dei climi e degli ambienti. In sole due settimane siamo passati dal frescolino al calduccio al caldo tropicale, dal mare alla montagna! 

- Cibo forse un po' monotono, molta carne e molto riso. Il famoso caffè colombiano purtroppo non è di nostro gradimento, sembra un caffè americano super concentrato ma sempre molto liquido, a tratti amarissimo e imbevibile!

Iniziano a mancarci cose tipo il capocollo o il bidet? Un pochino! Ma ci sarà modo! Detta questa cavolata, alla prossima meta!


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