Giorno 32-38: dalla Georgia all’Armenia via terra, Yerevan, Sevan, considerazioni finali sull’Armenia

SI VA A YEREVAN VIA TERRA

Armenia here we come! Ci siamo lasciati alla stazione di Tbilisi, alla ricerca dell’ennesima Marshrukta che in qualche ora dovrebbe portarci a Yerevan. Esattamente quello che vogliamo, dopo essere appena scesi da quattro ore di rally sulle strade di montagna! La stazione dei bus in cui arriviamo a quanto pare non è quella giusta, gesti molto vigorosi dell’addetto a cui chiediamo indicano chiaramente che bisogna andare in una delle stazioni verso sud. Prendiamo un bus che va più o meno nella direzione giusta e arriviamo alla stazione dei treni, chiedendo in giro riusciamo ad identificare la Marshrukta giusta.


Come abbiamo già detto, le Marshrukte non hanno orari precisi, a un certo punto quando l’autista decide si parte. In questa stazione ce n’è una sola quindi pensiamo che sarà molto facile riempirla. L’autista ci assicura che da lì a mezz’ora si parte, top. Il tempo passa ma non si fa vedere nessuno. L’autista prima scompare poi torna assicurando che tra mezz’ora si parte. Inizia a passare un po’ troppo tempo e ci chiediamo se dobbiamo cambiare ancora stazione dei bus, con il rischio di non trovarne altre e di passare un’altra notte a Tbilisi. A un certo punto gli diamo un ultimatum (a gesti, naturalmente!), o si parte tra 15 minuti oppure ciao. Borbotta un po’ ma alla fine si decide a partire, non particolarmente di buon umore perché deve farsi 5 ore di strada per sole due persone.


Al confine è tutto veloce. Non abbiamo bisogno di visto, uno sguardo al passaporto e una battuta su Celentano e Toto Cotugno e ci lasciano passare subito, anche gli zaini no problem. Invece il nostro amico viene bloccato ai controlli della macchina per quasi un’ora, arriva bestemmiando in russo-armeno per questa giornata del caz e ripartiamo. Ci porta senza intoppi e con una guida quasi decente a una delle stazioni di Yerevan, siamo arrivati nella quarta nazione del viaggio! C’è addirittura una linea di metro, arriviamo agilmente in centro e poi alla stanza. Dettaglio particolare, qui non si usano biglietti della metro ma danno come biglietto dei piccoli gettoni di plastica tipo quelli dell’ottovolante su cui andavamo da piccoli, ok.


Arriviamo in stanza e ci riposiamo, è stata una giornata di viaggio dura. La mattina ci alziamo e disastro! Abbiamo lasciato il tablettino con il quale scrivo sulla Marshrukta! Come farò ad allietare l’internet con i papiri? Quanti bambini si rifiuteranno di mangiare in sciopero per questo motivo? Facciamo una volata alla stazione del bus con poche speranze, non abbiamo idea se il nostro amico sia già tornato a casa o essendo arrivati tardi sia rimasto qui per tornare l’indomani. Miracolo! Il tizio è ancora lì, non si è accorto del tablet nero su sedile nero, ci aveva appoggiato pure della roba sopra, lo ringraziamo caldamente anche se non ha fatto assolutamente niente e torniamo in stanza per ricominciare da capo. I papiri sono salvi!


In questo frangente abbiamo scoperto una cosa banale ma fondamentale. Scaricando l’app di Google Translate si possono salvare i vocabolari e ottenere traduzioni offline! Ma come cavolo ho fatto a non accorgermene prima? Una vita di viaggi a gesti per niente, roba da matti, vabe meglio tardi che mai!


Forti di questa nuova abilità iniziamo finalmente in nostro giretto a Yerevan. Primo giorno impegnato dall’immancabile Free Walking Tour, dove abbiamo parlato non tanto della città quanto della situazione politica attuale dell’Armenia che è un vero disastro, anche peggio di quel poco che sapevamo.


 








SITUAZIONE POLITICA INCASINATA A DIR POCO

Vediamo se abbiamo capito qualcosa. L’Armenia confina con Georgia, Iran, Turchia, Azerbaijan e con gli ultimi due i confini di terra sono chiusi. Per quanto riguarda l’Azerbaijan, un conflitto è tutt’ora in corso (ogni tanto anche le nostre news parlano appunto del conflitto nella zona del Nagorno-Karabakh). La Turchia supporta l’Azerbaijan e quindi (ma anche per altri motivi) i confini terrestri sono chiusi anche qui. Al sud l‘Iran è interessato che l’Armenia rimanga tale per avere un passaggio terrestre verso l’Europa, in quanto non corre buon sangue con la Turchia. A nord con la Georgia ci sono rapporti amichevoli ma la Georgia non supporta direttamente l’Armenia, questo perché la Russia ha truppe in Armenia a sostegno (anche se non intervengono mai direttamente) e ovviamente tra Georgia e Russia non corre buon sangue. Situazione caldissima insomma, e la guida sembra molto toccata parlando delle difficoltà che la situazione provoca. Ovviamente era molto di parte ma è stato molto interessante sentire il suo punto di vista.


Un altro tema toccato è stato quello dell’omosessualità, spiegandoci come non sia ancora assolutamente accettata, anzi il contrario. Anche solo parlarne lo metteva a disagio e abbassava molto la voce, però aveva calzettoni rosa, chissà!


DA YEREVAN A SEVAN

Stiamo due giorni a Yerevan, girando per la città e andando nella vicina cattedrale Etchmiadzin, famosa per essere (dicono) la prima cattedrale cristiana costruita da una nazione che ha abbracciato il Cristianesimo come religione di stato (più precisamente apostolici armeni, una branca degli ortodossi). Chiamarla cattedrale è eccessivo, direi più una chiesa di medie dimensioni.




Yerevan ha molte tracce di architettura sovietica ma di fatto non c’è moltissimo da vedere. E’ comunque una città moderna ed è piena di parchi e fontane.


Decidiamo di muoverci verso il grosso lago chiamato Lago Sevan, nel paese appunto di Sevan. Anche qui le Marshrukte dominano e riusciamo agilmente ad arrivare in un’oretta. Il paese è più che altro un grosso villaggio, pieno di bambini che giocano ovunque. Trovare la stanza è stato un problema, sempre più spesso ci capita di non trovare insegne o altro, tutti danno per scontato che chi arriva abbia internet per chiamare, non è il nostro caso. Chiediamo aiuto a due passanti che super gentili chiamano l’host per noi e ci accompagnano davanti alla porta! Entriamo in un edificio che sembra che stia per crollare da un momento all’altro, non sto scherzando, sembrava in demolizione, entriamo e la camera è carinissima, forse la migliore fino ad ora, incredibile. L’host è un russo emigrato in Armenia (ci chiede dove andiamo, ci dice bravi e “no Russia, bad”) e si dimostra incredibilmente disponibile, si offre di portarci prima al monastero Sevanavank sul lago e poi alla spiaggia evitandoci una bella scarpinata. La spiaggia è decente anche se l’acqua è fredda come l’inverno. Questa giornata la passiamo in relax, pronti a tornare il giorno dopo a Yerevan!




ULTIMI GIORNI A YEREVAN E DINTORNI

Gli ultimi tre giorni li passiamo a Yerevan e dintorni. In particolare andiamo a Garni, dove c’è l’ennesimo monastero (Gergheti, dove si sostiene fossero stati conservati in passato la lancia che trafisse Gesù e un pezzo dell’arca di Noè), l’unico tempio romano ancora in piedi in Armenia e una bellissima formazione rocciosa chiamata “Symphony of Stones”, veramente veramente bella.






Saremmo potuti anche andare verso il monte Ararat (quello dove si fermò l’arca di Noè) a vedere l’ennesimo monastero ma anche basta, sono un po’ tutti uguali e preferiamo rilassarci a Yerevan, in particolare andiamo in una piscina la cui acqua proviene in presa diretta dall'antartide, a giudicare dalla temperatura!


CONSIDERAZIONI FINALI


- Anche l’Armenia, come la Georgia, è molto meno lontana da noi di quello che possiamo immaginare. Abbiamo i tratti somatici molto simili ed è anche possibile vedere molta gente con gli occhi chiari, cosa che fino ad ora è mancata.

- I prezzi sono in media un po’ più alti di quelli incontrati fino ad ora, sui 13-15 euro a testa per dormire e circa 13 per mangiare. I trasporti invece costano pochissimo e la metro è praticamente gratuita.

- Per qualche motivo qui il turismo italiano è più sviluppato, sarà che l’Armenia si presenta come “cristiana”, non saprei. Bisogna ricordarsene quando si fanno commenti a voce alta, ad esempio mi diverte troppo commentare con insulti gratuiti i passanti tipo, facendo una foto: “aspetta un attimo che questi due pezzi di mexxa non si levano dal caxxo”, peccato che poi ci hanno chiesto “possiamo farvi noi una foto!”, vabe, è troppo divertente quindi continuerò a farlo!

- Chiunque si dimostra gentilissimo e disponibile ad aiutare in caso di difficoltà, anche se nessuno parla inglese (ma ormai con Google Translate siamo invincibili!)

- Anche qui, con gioia, è presente una app tipo Uber (chiamata GG, mai sentita prima), anche l’Armenia ci supera e noi ancora lì così, vabbè.

- Siamo stati 6 giorni in totale, direi più che sufficienti, per i nostri gusti non ci sono troppe cose da vedere, a meno che uno non voglia vedersi tutti i milioni di monasteri e a quel punto saremmo potuti rimanere un anno! Verso la zona sud non siamo andati, abbiamo deciso che ne avevamo abbastanza!

- Qui tantissimi cani randagi ma niente gatti, coincidenze?


Ora da qui dobbiamo decidere come procedere, visto che non possiamo andare in Azerbaijan via terra e abbiamo deciso di non andare verso l’Iran. Dove andranno a finire i nostri eroi nella loro missione low cost?

Lo scopriamo nel prossimo papiro! (un cliff-hanger degno di netflix!)

Commenti

  1. Perfetto, un riassunto eccellente
    Al prossimo R

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  2. 💪💃 alla prossima! Attendo news🤙erina

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