Giorno 26-31: da Tbilisi al Caucaso, Kazbegi, considerazioni finali sulla Georgia
Dove eravamo rimasti? Ah già, Tbilisi! Non ho ancora capito se la T si pronunci o meno!
Come anticipato la capitale Georgiana è vecchia e nuova allo stesso tempo, cosa molto evidente dall'alto della collina presente in mezzo alla città. Un mare di edifici abbastanza bassi con qua e là costruzioni moderne con forme strane che fanno a pugni con tutto il resto, d'altronde è qualcosa che avevamo visto a Batumi, segno che un po' ovunque in Georgia c'è questo processo di ammodernamento che la porterà infine a diventare una più comune meta turistica per gli europei.
In realtà la città in sé non offre moltissimo, è chiaramente un luogo che va vissuto. Alcuni quartieri sono, per usare un termine da filtro Instagram, vibranti, pieni di locali, gente, colori, in particolare il quartiere dove si trova Fabrika, questo enorme edificio/ostello/coworking che a vederlo farebbe venire voglia di trasferirsi lì e non uscirne più!
A Tbilisi rimaniamo in totale sei giorni, che per ora è la quantità di tempo più lunga che abbiamo speso in un posto. Ci siamo goduti la città, abbiamo fatto vari day trip e ci siamo un pelo riposati, cercando di non fare i soliti 20000 passi al giorno! Tra le gite più degne di nota siamo stati nel paese di nascita di Stalin, Gori, dove sostanzialmente non c'è niente se non la sua statua e la sua casa museo, nonché una fortezza in cima a una montagna che sarebbe uno spettacolo se non fosse lasciato all'abbandono. Tra l'altro molto peculiare la presenza di questo museo considerando gli attuali rapporti Georgia/Russia.
Sempre a un'oretta da Tbilisi va menzionato Uplistsikhe, un insediamento scavato letteralmente nella pietra che risale addirittura al secondo millennio a.C., per non parlare dell'antica capitale, Mtskheta, con uno spettacolare monastero in cima alla montagna sopra la città.
Piccolo aneddoto mentre eravamo a Uplistsikhe: essendo il sito un po' fuori dal paese, stavamo avendo problemi a capire dove prendere il mezzo per tornare a Tbilisi. Naturalmente erano presenti taxisti che cercavano di farci pagare il doppio di quanto avevamo speso per arrivare fin lì, dopo molte discussioni aiutati anche da un belga che sapeva un po' di russo e che condivideva il nostro obiettivo, decidiamo di incamminarci verso il paese in cerca di maggiore fortuna quando un tipo senza una gamba che aveva un banchettino di cibo ci inizia a parlare, non appena scoperto che eravamo italiani fa una videochiamata alla sorella in Italia per farcela conoscere, insomma alla fine fa in modo di farci dare un passaggio al paese dove poi troviamo il modo per tornare a Tbilisi. Queste cose sono troppo belle, soprattutto considerando che la discussione si basava sulla differenza di prezzo di tipo tre euro, ma ehi i taxisti vanno combattuti ovunque!
Potrei sparare altri nomi e posti apparentemente a caso, questo per dire che la zona è molto ricca e volendo ci sarebbero stati altri paesi da visitare, ma a un certo punto anche basta! Inoltre fanno 35 gradi fissi e andare in giro non esattamente agevole. Per questo motivo decidiamo finalmente di muoverci e andare verso le montagne del Caucaso, 4 ore a bordo della solita comodissima Marshrukta, che ricordo essere minibus usatissimi in Georgia per muoversi tra le varie città, gestiti da privati che quindi puntano a fare le cose il più velocemente possibile, portandoli a uno stile di guida diciamo quantomeno discutibile.
La nostra destinazione è Kazbegi, nota anche come Stepantsminda (ovvero questo secondo nome è quello che compare sulle mappe ma ovunque si trova scritto Kazbegi, cosa che ci ha portato non poca confusione nelle già incasinatissime stazioni dei bus!). Se avete visto qualche foto o video presentazione della Georgia è molto probabile che compaia questo posto. Siamo quasi sui 2000m e quindi finalmente c'è un piacevole frescolino, via dal caldo costante che ci ha seguito nell'ultimo mese.
Qui facciamo due bei trekking, quello del monastero di Gergeti e quello della valle del Truso, tra panorami montuosi incredibili e particolari colori dovuti a depositi minerali.
Da qui saltiamo sulla Marshrukta e torniamo a Tbilisi, per poi saltare sulla Marshrukta per andare alla stazione bus fuori Tbilisi, per poi cercare la Marshrukta diretta a Yerevan, in Armenia! Una giornata un po' lunghina, insomma.
Prima di passare all'Armenia, considerazioni random finali sulla Georgia:
- È stato molto piacevole, tutto. Forse non c'è nulla che definiremmo memorabile (a parte i trekking) ma l'impressione generale è stata molto positiva, sicuramente vale la visita! Specialmente considerando che per gli italiani non serve nemmeno il passaporto.
- Gli italiani sono ben voluti, siamo stati fermati spesso da donne che lavorano in Italia che ci hanno raccontato come moltissime georgiane vengano da noi a lavorare nell'ambito dell'assistenza anziani, tanto che esistono comunità georgiane molto grandi, a quanto pare. Non ne avevamo idea. In ogni caso l'ospitalità è stata super e ci venivano continuamente offerti cibo e bevande varie negli ostelli.
- I treni sono praticamente inutilizzabili, pochissimi e sempre pieni. In compenso il sistema delle Marshrukta funziona molto bene, se si è pazienti. Non si può prenotare nulla in anticipo, bisogna andare alle stazioni e capire se c'è qualcosa in partenza, l'autista partirà con il van pieno o semplicemente quando gli gira. Ce ne sono molti al giorno per ogni destinazione quindi in qualche modo ce la siamo cavata sempre! Certo, a volte bisogna fare a botte per avere un posto ma il prezzo è troppo conveniente per non farlo. Meno di 5 euro per 4 ore di viaggio, magari fosse così anche da noi! Poi meglio non guardare la strada perché sennò viene voglia di scendere.
- La tensione che c'è con la Russia è qualcosa di palpabile. Il 20% del territorio è occupato e serpeggia letteralmente l'odio. Abbiamo addirittura visto persone con tatuata l'attuale cartina con i territori occupati. Per fortuna non è uno stato d'animo che possiamo comprendere appieno ma deve essere veramente brutto vivere con l'ansia di essere invasi da un momento all'altro.
- Settore cibo, assolutamente positivo. Con 7-8€ a testa si può mangiare nei ristoranti e a voler tirare la cinghia si può pagare anche molto meno per un pasto completo. Ringraziamo il Kachapuri che non ci ha fatto mancare la pizza. È più di un mese che non mangiamo pizza o beviamo espresso, per non parlare del bidet, sento l'italianità svanire dalle nostre membra!
- Settore stanza, direi che siamo allineati alla Turchia, forse un pelo meno. Con 10-12€ a testa a notte si possono avere stanze degne di un 3 stelle da noi senza problemi.
-Nino e Teo sono nomi femminili, ok. In ogni caso, chiunque continuerà a fare la faccia stupita sentendo il nome "Yuri" per una ragazza italiana!
- Insomma in generale è una meta che percepiamo come molto europea e accogliente, specialmente dopo un ambiente musulmano come quello turco. Culturalmente è aperta ma allo stesso tempo orgogliosa delle proprie origini. Più volte ci è stato rimarcato che la loro lingua e alfabeto sono unici e non hanno radici comuni con nessun'altra lingua al mondo. Ovviamente questi sono pensieri condivisi soprattutto dalla fascia giovane della popolazione, in contrasto con la solita fascia vecchia del "quando c'era l'URSS", però l'impressione è che ci sono tutte le carte in regola per entrare in UE.
Detto questo, grazie mille Georgia! Ora ci dirigiamo verso l'Armenia, un territorio decisamente incasinato dal punto di vista politico, staremo a vedere.
Alla prossima meta!
bravi ragazzi esperienze indimenticabili
RispondiEliminaComplimenti bravissimi
RispondiEliminaBellissimo
RispondiEliminaMi piacciono molto i tuoi commenti
Attendo il prossimo
Aspettando le prossime tappe,
RispondiEliminaHo letto tutto d'un fiato 🤩👏 erina
Grazie 🤩
RispondiEliminaLo stile di scrittura, il modo in cui racconti, si sta evolvendo con il viaggio,Bravo!
RispondiEliminaComplimenti anche per le foto, splendidi spaccati dei territori che visitate.
A chi legge fate quasi condividere la vostra esperienza. questo "racconto" merita proprio di essere pubblicato in un libro!
Continuate così!
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