Giorno 66-81: dal Tajikistan all’Uzbekistan via terra
Entriamo nell’ultimo nostro Stan! Ce ne sarebbero altri ma li lasciamo per la prossima volta!
Questa tappa ha una bella differenza rispetto alle altre… I parents si uniscono temporaneamente al viaggio! Nonostante la loro non più giovanissima età, i suoceri di Yuri ci raggiungono per esplorare l’Uzbekistan insieme, alla backpacker maniera (più o meno!)!
LA CAPITALE, TASHKENT
Andiamo con ordine. Arriviamo con qualche giorno di anticipo dal Tajikistan quindi ce la prendiamo molto comoda, enormemente comoda. Le ultime settimane non sono state banalissime e un po’ di riposo e ritmi lenti sono assolutamente i benvenuti, soprattutto considerando che con degli ospiti non potremo certo battere la fiacca! Si inizia subito a razzo nella capitale: Tashkent! Questa città è di gran lunga quella più internazionalizzata, anche questa per tanti versi una capitale abbastanza europea, seppur conservando le caratteristiche tipiche delle città sovietiche che abbiamo imparato a conoscere. Questo implica che sia una città con larghi spazi, strade grandi e senza grandi monumenti da vedere. In questo ultimo fattore Tashkent è un po’ anomala, come lo è l’Uzbekistan tra gli altri Stan, d’altronde. Nonostante non serva spenderci più di un paio di notti, ci sono alcuni punti interessanti da vedere, un assaggio di quella che sarà l’architettura che ci accompagnerà lungo tutta la nazione.
Dopo un paio di giorni di relax totale andiamo a raccogliere i parents che si sono fatti 8 ore notturne di scalo ad Istanbul, nonostante questo si inizia subito con il giro! Qui vediamo le prime moschee e mausolei in stile Uzbeko, ovvero con la tipica maiolica sul blu-celeste. Facciamo conoscenza con la struttura tipica, la Madrasa, questa grande facciata con portale interno che solitamente era l’ingresso di antiche scuole islamiche. Ce ne sono moltissime in Uzbekistan e Tashkent non fa eccezione!
Altri panorami degni di nota sono quelli offerti dall’Hotel Uzbekistan che si staglia altissimo nello skyline. Il solito classico Free Walking Tour ci ha raccontato come l’hotel non venga rinnovato dall’epoca sovietica ed entrando si può quindi respirare l’aria dei tempi che furono, non abbiamo capito se intendesse letteralmente un odore di vecchio! Di fronte all’hotel c’è una grossa statua del famoso conquistatore Tamerlano, una costante in tutte le città. C’è addirittura la metro (a sottolineare come si cambi musica rispetto agli altri stati) e le stazioni sono molto belle, abbastanza da visitarle.
Un’altra caratteristica che distingue questo stato da tutti quelli visitati fino ad ora è l’esistenza di un sistema ferroviario funzionale, più o meno. Se si prende una cartina si vede come le maggiori città siano abbastanza allineate, collegate appunto da un binario. Non dobbiamo aspettarci qualcosa di paragonabile al nostro, di strada da fare ce n’è ancora, ma diciamo che ha alcune caratteristiche peculiari. Come in tutti i sistemi ferroviari in via di sviluppo ci sono pochi treni, non più di 4 o 5 al giorno, un paio al mattino e un paio la sera. Di conseguenza se si vogliono prenotare bisogna farlo con largo anticipo, con un comodissimo sito che in buona parte resta in russo anche quando si mette l’opzione inglese. Inoltre dentro al treno ci sono pochi posti perché molte sono cuccette, e quando ci sono i sedili sono larghissimi e spaziosi. Tutto molto bello quindi, se si riesce a prenotare un posto! Naturalmente sono tutti pieni ma il sistema dei binari non permette una frequenza maggiore, sembra. Per il resto sono anche lentini con il tempo paragonabile a quello in bus. Ma è un inizio!
SAMARCANDA E LA VIA DELLA SETA
La tappa successiva è la famosa Samarcanda! Questo nome è super conosciuto anche da noi come parte dell’altrettanto famosa via della seta. Qui si cambia decisamente musica e si ricomincia con bellezze architettoniche e monumentali che non vedevamo ormai da molto tempo. Tra tutto citiamo il mausoleo di Tamerlano e piazza Registan, un tripudio di forme e colori che da soli valgono il viaggio. In giro per la città è pieno di Madrase e moschee e si possono tranquillamente spendere alcuni giorni qui senza annoiarsi e avendo sempre qualcosa di nuovo da vedere.
Tra le cose trash citiamo la piazza Registan illuminata con colori pacchiani, roba da matti.
A Samarcanda a quanto pare vanno a sposarsi tutti, abbiamo visto un numero assolutamente esagerato di coppie neosposate che fanno il servizio fotografico. Interessante vedere come i gusti locali vogliano il vestito della sposa ricoperto di roba sbrilluccicosa in modo che possano accecare il malcapitato controsole. Gli uomini invece più o meno il solito vestito noioso da pinguino. Molte coppie durante le foto hanno facce tristissime, chissà se è un’usanza quella di fare facce serie per i posteri.
Dimenticavo di citare il fatto che in Uzbekistan l’età media è di 29 anni, praticamente quasi la metà della nostra, pazzesco. Effettivamente in giro si vedono grandi quantità di bambini e di persone anziane pochine. Tra parentesi anche qui come negli altri Stan a scuola è obbligatoria la divisa, ovvero giacca e cravatta per i ragazzi e gonne con calze lunghe per le ragazze. Non siamo riusciti a capire gli orari scolastici perché a tutte le ore del giorno si vedono bambini in divisa in giro, quindi o marinano tutti o c’è qualcosa che ci sfugge! Tantissimi studenti (quasi sempre ragazze) si sono fermati a chiederci qualcosa in inglese e ci raccontano che la lingua la studiano a scuola e nei corsi serali, anche qui segno di un cambiamento dei tempi. Tra alcuni anni sarà possibile viaggiare qui senza traduttore, in questo momento invece serve ancora perché degli adulti veramente pochi parlano inglese.
Prima di proseguire oltre, day trip alla città natale di Tamerlano dal nome che non abbiamo mai imparato a pronunciare, Shahrisabz, con ovviamente statua di repertorio!
LE ULTIME TAPPE: BUKHARA, KHIVA, NUKUS, MOYNAQ
Altra tappa e altro treno e arriviamo a Bukhara! Cittadina molto più contenuta da passarci un paio di notti, anche questa carinissima e ricchissima di architettura da vedere. C’è da dire che le Madrase e le moschee iniziano a diventare un po’ ripetitive ma il contesto di cittadina piccola è molto gradevole e alla fine non ci si annoia. Stesso discorso vale per la tappa successiva, Khiva (si pronuncia “sciva”, pare), un paesino con un centro storico degno di “Le mille e una notte”. L’architettura rimane molto simile ma passando solo poche notti in ogni posto non è mai un peso e anzi è una gara a dare un’occhiata a tutti gli angoli del paese! Forse Khiva è il posto più pittoresco che abbiamo visitato qui, probabilmente dell’interno Viaggio.
IL DISASTRO DEL MARE D’ARAL
Come ultima tappa ne aggiungiamo una meno battuta dagli itinerari classici perché più difficilmente raggiungibile. In teoria c’è il treno ma pare che viaggi solo in determinati giorni quindi o si becca quello giusto oppure bisogna andare a cercare una macchina privata visto che anche la ricerca degli autobus ha prodotto notevoli difficoltà. A circa 3 ore di macchina da Khiva troviamo la città di Nukus, la quale è usata come base per raggiungere il paese di Moynaq, altre 3 ore di macchina. Perché venire in uno dei posti più a ovest dello stato? La storia qui è interessante. Fino a 70 anni fa questo paesino era sulle rive del quarto lago più grande del mondo, il mare d’Aral (è chiamato mare oh, che ci posso fare), diviso a metà tra Uzbekistan e Kazakistan. Negli anni 60 hanno incominciato a utilizzare l’acqua per le piantagioni di cotone che l’unione sovietica aveva deciso di fare in queste zone. Questo ha dato luogo non solo a un sovrautilizzo dell’acqua ma anche a un inquinamento della stessa per via delle aziende che lavoravano il cotone. Oggi, dopo 60 anni, il lago è praticamente asciutto e la sabbia contaminata la quale, alzata dal vento, ha fatto aumentare molto il tasso di mortalità della zona ancora ora.
A oggi Moynaq non è più in riva a un lago ma ai margini di un deserto di centinaia di km, il lago praticamente una pozzanghera. Come memento sono rimasti i pescherecci incagliati sul fondale, lasciati ad arrugginire, ormai meta per i pochi turisti che vengono a vedere con i proprio occhi questo scempio. Il Kazakistan sta provando a recuperare un po’ il volume del lago ma ce ne vorrà di tempo prima di sistemare uno dei più grandi disastri ambientali dei nostri giorni.
In questa zona così diversa da quello visto fino ad ora e molto più simile agli altri Stan, i Moscatelli senior sono catapultati fuori dalla loro comfort zone costretti ad avere a che fare con il miglior “ristorante” del paese che siamo riusciti a trovare, ovvero una baracca dove c’è acqua corrente ma niente scarico con conseguente allagamento quando qualcuno si dimentica di svuotare i secchi, cibo che più locale non si può, cucinato direttamente tra le lamiere contorte del giardino secco sul retro, il bagno che non è altro che un muretto di cemento con dietro un buco nel terreno, forse le yurte erano messe meglio! E’ stata l’unica occasione un po’ “fuori controllo” ma indimenticabile in ogni caso.
Il nostro giretto finisce qui, è stata un più una vacanza per noi, una pausa dal Viaggio! Memorabile l’arrivo di mammà e papà del tipo “ho portato il ciambellone”! Naturalmente sbafato in un minuto. I parents se ne tornano a casa e noi invece continuiamo il nostro cammino verso est! Iniziamo leggeri: un bel treno notturno e a seguire lo stesso giorno un bel volo alle 2 di notte con arrivo alle 5 del mattino, freschi freschi! Prossima tappa? L’amata e allo stesso tempo temuta India! Siamo preoccupati per la nostra incolumità intestinale visto che fino ad ora abbiamo sentito solo testimonianze negative a riguardo. Speriamo che siano affette dal bias del sopravvissuto ma al contrario, ovvero ci focalizziamo solo sulle esperienze problematiche e non su tutte le altre! Vi sapremo dire.
Terminiamo con le solite considerazioni!
- Iniziamo a parlare di cibo. Qui, essendo presenti i parents, non siamo andati al risparmio come avremmo fatto di solito ma abbiamo sempre scelto locali carini. Nonostante questo il conto è sempre stato molto basso e anche in posti che potremmo definire lussuosi spesso siamo usciti pagando 30 euro in 4. Interessante notare che la cucina disponibile è quasi ovunque quella tradizionale e praticamente sempre il menu era solo in lingua. Da questo punto di vista decisamente non ci sono ancora forti influenze occidentali
- I costi in generale sono bassi, in particolare i trasporti. Abbiamo fatto più volte ore di macchina per 20 euro in 4. Per muoverci nelle città abbiamo usato l’uber locale, Yandex, con il sito solo in lingua quindi non esattamente facile da fruire, ma i costi sono praticamente nulli. Abbiamo pagato 1 euro a corsa in 4 di media! Come già accennato i treni sono economici, se si riesce a prenotarli.
- Anche qui gli autisti sputacchiano dalla macchina aprendo lo sportello in corsa. Abbiamo visto utilizzare un qualche tipo di polverina masticabile ma non siamo riusciti a capire cosa fosse di preciso.
- La cultura del cliente è decisamente diversa dalla nostra. Molte volte è capitato che entrassimo in un locale per mangiare qualcosa al volo ma che non trovassimo menu o nulla che indicasse cosa chiedere da mangiare. Ovviamente nessuno parlava inglese e nessuno si è sentito in dovere di aiutare 4 poveri stranieri che cercavano di capire cosa potessero ordinare. Si limitavano a fare spallucce ai nostri gesti e a guardarci fino a farci lasciare il locale!
- La strada che collega le città principali è ben messa, quando si esce da questa arteria principale si vede che ci sono dei problemini… C’è stato un momento dove abbiamo attraversato una specie di ponte fatto di lastre di acciaio appoggiate così a caso sopra una fila di barche arrugginite, una cosa assolutamente instabile con le lastre che si sollevavano pericolosamente quando ci si passava sopra. Abbiamo fatto questo ponte sia all’andata che al ritorno quindi sembrava una strada abbastanza principale, ma non abbastanza da volerci fare un ponte normale, ok.
- Anche qui l’Islam è la religione principale ma ci aspettavamo qualcosa di molto più vistoso, specialmente quando abbiamo passato il confine dal Kyrgyzstan dove nella prima città uzbeka sembrava di stare in Arabia Saudita! Invece poi in tutte le città che abbiamo visitato non era assolutamente così, che strano, mah.
Che altro dire se non alla prossima meta!
Tutto molto bello
RispondiEliminaResoconto ineccepibile, accurato e completo! Si vede che il viaggio in treno per Taskent è stato lungo e non particolarmente comodo tanto da non dormire molto! 👏👏👏
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